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CS3D – LA NUOVA DIRETTIVA UE in tema di DUE DILIGENCE DI SOSTENIBILITA’

By 3 May 2024 No Comments

Il 24 aprile 2024 il Parlamento Europeo ha approvato il testo finale della CS3D, la direttiva in tema di Corporate Sustainability Due Diligence. In italiano “dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità”.

Si tratta della previsione di norme obbligatorie, su standards OEDC e ONU, a carico delle imprese per “prevenire, fermare o attenuare le ripercussioni negative delle loro attività su ambiente e diritti umani”. In sostanza, viene richiesto agli operatori economici operanti nella UE di identificare e neutralizzare il rischio di violazioni (fare cioè due diligence) sia sul versante dello sfruttamento indebito della forza-lavoro (es. controllando che un sub-fornitore di un paese terzo non utilizzi lavoro minorile) e su quello dell’ambiente (in particolare, viene richiesto di allinearsi agli obiettivi di rispetto della soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale, come prevista dall’Accordo di Parigi del dicembre 2015[1]).

Come ha evidenziato Axel Voss, parlamentare europeo e relatore del provvedimento “Le imprese sono obbligate ad adottare misure per mitigare o eliminare i rischi quando li hanno causati o vi hanno contribuito con azioni e omissioni proprie. Tutto ciò che va oltre è un obbligo di mezzi, non di risultati. Ciò significa che le imprese devono affrontare i rischi gravi quando li hanno causati perché si verificano all’interno delle loro strutture, perché sono collegati alle loro pratiche contrattuali o alle loro pratiche di prezzo. Tuttavia, se ci sono rischi per i diritti umani o per l’ambiente in seno alla catena del valore, ma le pratiche dell’impresa oggetto della direttiva non hanno nulla a che fare con essi, anche questo non dovrebbe essere responsabilità dell’impresa stessa. Le imprese devono quindi scegliere e adattare misure come modificare responsabilmente i loro contratti o le pratiche di acquisto per ridurre al minimo o eliminare i rischi che hanno causato. Nel caso in cui non tutti i rischi possano essere affrontati contemporaneamente, l’impresa può dare priorità a quelli che deve affrontare per primi, in base alla loro gravità. Nei casi di fornitori diretti in cui nessuna misura porta a un risultato soddisfacente e il rischio o il danno non si aggrava ulteriormente se l’impresa interrompe i suoi legami, l’impresa deve risolvere il contratto come ultima risorsa. Se l’impresa non adempie a questi obblighi di due diligence, causando danni per dolo o negligenza, può essere ritenuta responsabile civilmente, con conseguente accesso reale alla giustizia per le vittime. Con questo sistema, il CS3D mira ad avere un effetto concreto: le aziende devono avere cura dei diritti umani e dell’ambiente nelle operazioni di cui sono responsabili e le vittime possono chiederne conto.”[2]

Le aziende principalmente interessate sono quelle particolarmente grandi (vale a dire con oltre 1.000 dipendenti e fatturato superiore a 450 milione di euro)[3], ma la CSDDD avrà una ricaduta più ampia, considerato che le imprese direttamente interessate saranno tenute ad avere corrispondenti impegni contrattuali da tutte le altre imprese della loro supply chain.

Il passo costituisce una tappa rilevante nell’iter articolato, iniziato nel 2020, che ha caratterizzato il provvedimento. Tale iter non è peraltro ancora terminato, in quanto la Direttiva dovrà essere formalmente approvata dal Consiglio UE e pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Gli Stati membri saranno quindi richiesti di adottare la CS3D nel giro di due anni, istituendo un’autorità nazionale di controllo.

La CSDDD è destinata ad affiancare un’altra direttiva, già adottata e di imminente applicabilità: la c.d. CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) – la n. 2464 del 2022 – relativa agli obblighi di rendicontazione in tema di sostenibilità. Su questa leggi qui.

 

 

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[1] L’Accordo di Parigi è un trattato concluso in data 12/12/2015 in occasione della Conferenza ONU sul cambio climatico (COP21). L’Accordo è entrato in vigore il 04/11/2016 e prevede l’impegno degli Stati firmatari di mettere in atto le misure necessarie per contenere l’aumento della temperatura globale nel limite di un grado e mezzo rispetto ai livelli pre-industriali. Ad oggi l’Accordo risulta ratificato da 195 Stati (194 + la UE).

[2] https://www.europeanfiles.eu/climate/the-cs3d-a-milestone-for-supply-chain-responsibility.

[3] È stata prevista la seguente applicazione graduale della CSDDD:

  • le imprese con più di 5,000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di euro a partire dal 2027;
  • le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028;
  • tutte le altre imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con più di 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro) a partire dal 2029.
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Author: Carlo Mosca

A lawyer specializing in international commercial transactions. Lexmill's founding partner.

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