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RIFORME (NON EPOCALI) PER LA GIUSTIZIA CIVILE. Note al dl 69/2013

By 12 July 2013 December 28th, 2022 No Comments

Il governo Letta ha emanato qualche settimana fa un decreto legge (il 69/2013) ambiziosamente definito dal ‘fare’ e contenente alcune misure urgenti in tema di giustizia civile, in considerazione soprattutto della sconsolante posizione che l’Italia ha nella classifica World Bank (158° posto su 183) “enforcing contracts”.

A parte il fatto che il dato si riferisce al 2011 e che il report più recente ci vede arretrati al 160° posto (LINK), non si può certo dire che Letta ed i suoi ministri si siano sprecati.

Certo qualcosa han fatto. Hanno reintrodotto la mediazione obbligatoria (giudicata incostituzionale nella versione prevista dal d. lgs. 28/2010, come noto qualche mese fa a causa di un ‘banale’ difetto di implementazione della legge delega 69/2009), rimpolpato i ranghi della magistratura (400 giudici non togati presso le corti d’appello, 30 magistrati ordinari dislocati in Cassazione come assistenti di studio) oltre a qualche altra misura estemporanea come la delega ai notai per le operazioni di divisione, la concentrazione delle cause interessanti investitori stranieri in tre fori (Milano, Roma e Napoli) e accelerazione delle cause di opposizione a decreto ingiuntivo.

Della mediazione parliamo poco più sotto; per il resto, pannicelli caldi! Nessuna riforma strutturale, nessun ripensamento di un sistema arcaico e disegnato secondo logiche ottocentesche. A qualcosa forse servirà, ma se si pensa di risalire la classifica con tali provvedimenti, temo si vada incontro a grandi delusioni.

La mediazione.

La reintroduzione dell’obbligatorietà in qualche modo s’imponeva. La cantonata presa dal Governo (all’epoca si trattava di quello Berlusconi, ministro Alfano), non rimediata da quello Monti, necessitava certamente di esser rimediata e Letta (ministro Cancellieri) giustamente ha pensato che valesse la pena dare una chance al meccanismo dell’obbligatorietà che aveva generato nuove prospettive, con luci ed ombre in tema di qualità, ma comunque promettenti, fosse solo in termini di deflazione del carico giudiziario.

È stato introdotto un colloquio informativo. Saggia misura, anche se personalmente avrei preferito l’obbigo relativo si estendesse a tutte le liti (non solo ad una lista assai limitata) e fosse gratuito.

Fin qui il passo avanti. Ma ci sono anche due passi indietro: genuflettendosi alle richieste di una quanto mai corporativa pretesa del CNF, il Governo mostra di non aver fatto alcun tesoro dell’elaborazione critica che ha accompagnato il decreto 28/2010. A fronte della richiesta di maggior qualificazione dei mediatori, la riedizione della mediazione non trova di meglio che qualificare come idonei tout court gli avvocati. Abbiano o no un training specifico, todos caballeros! Altra perla, l’esclusione della mediazione come condizione di procedibilità per tutte le liti relative al risarcimento di danni da circolazione stradale. I parafangari ringraziano felici.

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